“Il caso dei residui spiaggiati di Posidonia oceanica”

Pubblicato da Levante Editori nell’ambito del Programma PIC Urban 2, in collaborazione con il comune di Mola di Bari e a cura di Angelo Parente e Pietro Santamaria, è stato presentato pochi giorni fa il volume Il caso dei residui spiaggiati di Posidonia oceanica: da residuo a risorsa, che intende giustamente valorizzare come risorsa quella che viene talvolta considerata, specie dai non addetti ai lavori, alla stregua di un mero residuo delle acque marine: la Posidonia oceanica, appunto. La posidonia, infatti, non è un’alga, come sostengono in tanti, ma una pianta marina superiore endemica del Mediterraneo. Negli ecosistemi marini, la posidonia svolge funzioni fondamentali per la vita, però dopo mareggiate intense, in particolare durante la stagione autunno-invernale, i suoi residui si accumulano lungo la costa e creano disagi igienico-ambientali. In questo libro, un gruppo di ricercatori pugliesi esamina le caratteristiche chimico fisiche del materiale spiaggiato e propone il compostaggio della posidonia, riscoprendo usi e tradizioni millenarie. Trasformare un rifiuto in una risorsa si può: nulla si distrugge, tutto si trasforma.

I due curatori, in qualità di ricercatori dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del CNR e del Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali dell’Università di Bari, da circa dieci anni compiono le loro ricerche sulle modalità di recupero e valorizzazione della posidonia spiaggiata, con riferimenti puntuali all’esperienza pugliese e in particolare di Mola di Bari, e con questa pubblicazione ne divulgano gli aspetti più interessanti. Come scrivono Parente e Santamaria nell’introduzione, infatti, nel libro «il lettore potrà trovare anzitutto la funzione fondamentale che la posidonia svolge negli ecosistemi marini, poi la dimensione e l’importanza del fenomeno degli spiaggiamenti dei residui di posidonia, troppo spesso considerato evento eccezionale piuttosto che fase di un normale ciclo naturale, infine le potenzialità di queste biomasse vegetali. Oltre ai risultati delle attività di ricerca abbiamo raccolto una serie di notizie e documenti, alcuni piuttosto curiosi, che servono a spiegare quanto sia versatile e complesso il ciclo di vita di una specie vegetale». Non mancano, tuttavia, alcune curiosità storiche: le riporta in una recensione pubblicata pochi giorni fa sulla «Gazzetta del Mezzogiorno» Nicolò Carnimeo, che ricorda come «quando d’inverno le mareggiate la portavano sulle spiagge o sulle scogliere [i pescatori] la riutilizzavano riempiendoci i cuscini o i materassi, si diceva che aiutassero i malati di asma, ma l’adoperavano anche per la costruzione o l’isolamento dei tetti. E c’è chi ricorda ancora i carri dei contadini stracarichi di posidonia spiaggiata che dalla costa del barese andavano verso l’entroterra, per raggiungere le campagne di Conversano, Rutigliano, Turi divenendo così un fertilizzante a buon mercato».