“Scrittori ed artisti pugliesi, antichi, moderni e contemporanei” di Carlo Villani (1904)

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Ricollegandoci all’editoriale del numero di febbraio del nostro magazine, prossimamente disponibile, agli scrittori pugliesi vogliamo dedicare anche la rubrica Cent’anni di solitudine. Presentiamo infatti ai lettori alcuni stralci dell’introduzione al volume Scrittori ed artisti pugliesi, antichi, moderni e contemporanei, pubblicato da Carlo Villani a Trani, presso il tipografo-editore Valdemaro Vecchi, nel 1904. L’opera raccoglie una serie di voci biografiche relative ad artisti pugliesi; l’arco cronologico è molto ampio, si parte infatti dal V sec. a.C. con Archita di Taranto per arrivare al XIX secolo. Nei brani qui proposti l’autore vanta con orgoglio la produzione artistico-letteraria pugliese, e fa notare ai pugliesi che, sebbene essa sia poco nota, in realtà presenta una sua precisa identità e non è inferiore alle produzioni di altri paesi. Un giudizio molto positivo sull’opera di Villani fu espresso anche dalla scrittrice Matilde Serao in un suo intervento apparso su «Il Giorno» di Napoli nel 1920, sotto lo pseudonimo Gibus, di cui diamo in coda alcuni passaggi.

L’esortazione di Villani ad apprezzare la produzione culturale pugliese suona oggi ancora attuale e ci è sembrata in linea con lo spirito da cui è nato il progetto «Puglialibre»: rivalutare e promuovere i libri di autori pugliesi o dedicati alla Puglia.

«A che valgono i monumenti, a che valgono le storie, a che le biografie innanzi alla caducità del tempo, alla potenza distruttrice dei secoli? […] È sentenza ormai vieta che una miriade di mondi, durati più o meno tempo, si siano dileguati nel mistero del nulla pei continuati ignei rivolgimenti della massa terrestre. Chi più li ricorda? Chi più ne sa notizia? […] Ed io che non credo dunque alla perpetuità della rinomanza, per quanto titanica possa impegnarsi una lotta col tempo, pure ho scritto, anzi pubblico, questo mio Pantheon di scienziati, letterati ed artisti, che, a prima vista, ha tutte le pretese di volere eternare i nomi di tanti illustri. Ma non è per questo che io scrissi».

«Io scrissi invece guidato soltanto da un sentimento di campanile, dall’orgoglio vivo e tenace di mostrare a chi lo ignori o finga d’ignorare che la Puglia, questa cara terra irradiata dal bacio più cocente del sole, questa patria mia diletta, non è ricca soltanto di bianchi e pingui oliveti, di olezzanti boschetti d’arancio, di vigne riboccanti di grappoli dorati e rosseggianti, di alte e bionde spighe reclinanti la testa per opulenza di seme […] ma è feconda altresì di pianta più rara e peregrina, qual è quella che forma il nobile e invidiabile patrimonio di ogni essere umano: l’ingegno».

«E mi rivolgo più specialmente ai miei conterranei, perchè, a preferenza, sono essi medesimi ignari ovvero anche sconoscenti e obliosi delle nostre più belle glorie: ‒ credendosi al di sotto di chiunque venga importato d’oltre i propri confini, si mostrano per lui facili e proclivi alla lode e all’entusiasmo, nonchè a tributargli quegli onori che van negati sovente ai proprii concittadini, il che suona offesa a sè stessi ed alla propria dignità».

«I Pugliesi in generale ben dovrebbero scuotere finalmente quella certa inerzia un po’ orientale, che è nelle loro fibre e nel loro carattere, inerzia che li fa essere indifferenti, noncuranti di tutti e di tutto, e, orgogliosi, come la Cornelia romana, dei loro figli, costringere ad inchinarsi innanzi ad essi quanti che, piombandoci addosso o dal nord o dal sud, credono, con aria spavalda da conquistatori, di apportare nella nostra regione, avvilita a mo’ di una Cenerentola, quasi un raggio di luce o di civiltà nell’eterna notte dell’ignoranza».

«Non è un volume di milletrecentottantasette pagine, edite nitidamente ed elegantemente dal Vecchi di Trani, quello che ha pubblicato l’egregio avv. Carlo Villani, ma un vero monumento di amor patrio che ha elevato alle lettere e alle arti di Puglia, un monumento che è costato anni di lavoro, di studii, un monumento di cui tutta la regione pugliese dovrà essere grata a Carlo Villani. […] egli ha dato pruova di una fatica intellettuale formidabile, in cui la precisione, la copiosità, l’ordine sono ammirabili. Questo grosso volume è un’opera preziosa a leggere, preziosa a consultare» (Gibus).