Beppe Lopez inaugura domani Building Apulia 2010
Un incontro a metà tra scrittura letteraria e riflessioni sullo stato del giornalismo della carta stampata in Puglia sarà quello che domani alle ore 10 aprirà la settima edizione di Building Apulia – La Puglia che scrive, che edita, che parla di sé, la rassegna sull’editoria pugliese organizzata dalla Teca del Mediterraneo – Biblioteca del Consiglio Regionale della Puglia, che anche quest’anno seguiremo da vicino. Protagonista unico dell’incontro di domani sarà una delle personalità più interessanti del mondo culturale, giornalistico e letterario della città di Bari e, considerando le sue esperienze professionali, della intera regione e del Mezzogiorno, Beppe Lopez. Ben tre i libri presentati che negli ultimi anni hanno fatto molto parlare della sua figura. Due volumi riguardano il Lopez narratore e scrittore di romanzi di successo: La scordanza, il suo ultimo romanzo pubblicato da Marsilio, da noi già segnalato lo scorso anno e che segue il percorso avviato dal più famoso Capatosta a cui è dedicato il secondo volume in questione; Il caso Capatosta, pubblicato nel 2004 dalla casa editrice Oèdipus di Salerno e Milano con saggi e interventi di numerosi scrittori e studiosi (tra cui citiamo solo Raffaele Nigro, Vitilio Masiello, Leonardo Sebastio, Anna Maria Mori, e le recensioni di Walter Pedullà, Luca Canali, Armando Gnisci, Corrado Augias, Ettore Catalano), esclusivamente a proposito di subalternità sociale e dialetto, identità e riscatto nel romanzo popolare di Beppe Lopez.
La nostra attenzione la dedichiamo tuttavia al terzo dei libri che saranno presentati domani, nonché l’unico tra i tre pubblicato in Puglia, dalla Glocal Editrice di Lino de Matteis, vale a dire Giornali e democrazia (2009), un libro-intervista che tratta del degrado dell’informazione in Italia a partire dalla fine degli anni Settanta e dall’esperimento iniziato nel 1979 dal «Quotidiano» di Lecce proprio sotto la direzione di Lopez. Un lungo viaggio che non tralascia il contesto politico di quegli anni, dal caso Moro alla situazione pugliese dominata dalla personalità del ministro Signorile, e che effettua anche importanti paralleli tra le vicende di quegli anni e quelle dei giorni nostri, passando per l’inizio degli anni Novanta quando sembrava a un passo la nascita di un nuovo grande quotidiano regionale che potesse contrastare lo strapotere della «Gazzetta del Mezzogiorno». Questo progetto è poi sfumato, ma tra i suoi animatori aveva ancora una volta lo stesso Lopez, che dopo la direzione del «Quotidiano» di Lecce ha assunto l’incarico di direttore dell’agenzia Quotidiani Associati, ma precedentemente è stato anche corrispondente di «Repubblica» e fondatore e direttore di altri quotidiani regionali del sud d’Italia, in Campania, Calabria e Basilicata, tutti accomunati da un’idea di innovazione e di giornalismo indipendente.
Lopez chiarisce anche tecnicamente nel libro la sua proposta sul sistema giornalistico regionale ideale: «un sistema diffuso di giornali regionali, con testate e ribattute provinciali, associati in “catene” nazionali per l’acquisizione pro-quota e a basso costo di servizi, professionalità e materiale informativo di qualità». Insomma una rete «legata al territorio e connotata da pluralismo imprenditoriale, professionale, culturale e politico» che dia vita a «un sistema moderno e democratico di giornali» lontano, però, dalla attuale situazione italiana, che nemmeno lo sviluppo delle tecnologie editoriali è riuscito a risollevare, «piegato nel senso della concentrazione proprietaria e della omologazione informativa». Un mondo, quello della carta stampata in Italia, penalizzato anche dall’assenza pressoché totale di editori puri, e monopolizzato da imprenditori e finanzieri che costituiscono i tre grandi gruppi editoriali di Rcs, Espresso e Caltagirone. E l’analisi tecnica di Lopez finisce per diventare profezia quando si sofferma sui decreti e “decretini” che cercano periodicamente di regolamentare la stampa e i finanziamenti ad essa rivolti, che hanno avuto nel passato e continuano ad avere «due caratteristiche: privilegiare, arricchire e privilegiare i pezzi grossi; ricattare permanentemente la stampa, specie quella indipendente, con promesse e rinvii, minacce di tagli e caritatevoli concessioni…».
Stefano Savella