Intervista a Ettore Catalano su editoria e letteratura/1
Ettore Catalano è docente di Letteratura italiana presso l’Università del Salento, con un occhio particolare rivolto a Pirandello, Vittorini, Pavese, ma anche a Foscolo e al teatro. Recentemente ha pubblicato Per altre terre – Il viaggio di Ulisse (Progedit) un’originale rilettura del poema dei poemi, l’Odissea, che sta raccogliendo notevoli consensi da parte dei lettori. Accorto critico letterario, è stato curatore, tra l’altro, della più aggiornata ricerca sulla produzione letteraria pugliese dal 1970 al 2008 (Letteratura del Novecento in Puglia). Lo abbiamo raggiunto per commentare con lui i risultati del Premio Puglialibre 2011 e fare il punto in merito al fermento letterario pugliese.
Professor Catalano, un commento a caldo sul Premio PugliaLibre 2011. Hanno ancora senso i premi letterari?
Il Premio PugliaLibre 2011 mi pare utile testimonianza della vivacità delle nostre case editrici, le quali, pur tra mille problemi cercano di muoversi in direzione di una professionalità capace di coniugare un catalogo tematico regionale con una proposta di problematiche di ambito nazionale. Quanto ai Premi letterari, quelli più importanti sono terreno di caccia delle grandi case editrici, quelli che potevano decollare per meriti progettuali ed operativi (vedi il Premio Bari di cui sono stato giurato) sembrano costretti al silenzio o a pause sconcertanti per il disinteresse dei nostri politici, naturalmente mascherato da esigenze di bilancio. Si spreca ancora tanto in Italia (e sappiamo tutti in quali settori e per leggi a dir poco incomprensibili), ma solo quando si parla di cultura e di ricerca la scure è sempre più affilata.
Consentitemi di sottolineare, tra i premiati, Cristanziano Serricchio: il premio a lui destinato è meritatissimo e io ne sono particolarmente felice per essere il critico cui è stata affidata la prefazione ad un volume che raccoglie tutta la sua produzione poetica fino al 2009.
La Sua attività si estende ad ampio raggio. Potrebbe tracciare in sintesi il profilo delle tendenze letterarie di questa nostra Regione così prolifica sul piano artistico?
Oggi vedo una Puglia ricca di fermenti e di scritture letterarie nella quale non mi pare possibile né produttivo individuare un solo asse tematico. Quel che posso dire è che vedo in costante diminuzione libri stricto sensu “meridionali” (circostanza non sempre del tutto positiva, se ciò implicasse un abbandono dell’attenzione verso le specificità culturali della nostra identità) e in costante crescita produzioni che, sul versante più accettabile, sembrano alludere ad una più complessa localizzazione multiculturale delle nostre problematiche “meridionali”.
Puglia ed editoria: elementi di criticità e punti di forza.
Non sono un tecnico in questo campo, ma un’osservazione personale, desunta dalla mia esperienza anche di lettore, vorrei proporla. Secondo me, la Puglia appare un singolare ed emblematico laboratorio. Noi assistiamo a una moltiplicazione degli eventi e dei fermenti nel campo della promozione della lettura (i Presidi del Libro compiono dieci anni di attività), così come furoreggia la moda della scrittura anche grazie a quel pernicioso fenomeno dell’auto-pubblicazione alimentato da scrittori della domenica e da grandi marchi che si fanno pagare anche le poche copie pubblicate. Dal canto loro, gli editori provano a rafforzare la filiera del libro con iniziative comuni come quella dell’Associazione Pugliese degli Editori. Viene tuttavia da chiedersi quali siano i risultati di questa primavera pugliese. Sarebbe interessante verificarli attraverso un’inchiesta sugli effetti della società del libro sulla merceologia del libro. Per il momento mi consta che le vendite sono stantie, mentre le librerie chiudono (sta chiudendo la Gutenberg a Lecce, un’altra storica libreria di Bari si sta ridimensionando), le biblioteche non godono del favore dei politici, e gli stessi editori stentano a chiudere i bilanci in pareggio.
Maria Rosaria Chirulli
Mercoledì 28 marzo pubblicheremo la seconda parte dell’intervista a Ettore Catalano.