Aleph: “Uomini e no” di Federica Petruzzellis

I suoi occhi sono posati sul bicchiere che ha davanti.
Ne osserva la forma, il materiale, la consistenza e perfino il contenuto.
Sembra quasi che si sia scordata cosa ci sia lì dentro.
Sembra quasi che si sia scordata cosa ci faccia lì.
Il suo indice accarezza lentamente il bordo di quel frammento di vetro.
Al tocco ne proviene un suono, un sibilo, quasi impercettibile.
Intorno a lei, niente e nessuno.
O forse sì, ma non se ne accorge.
Il suo unico obiettivo, ora, è quel dannato liquore.
Le sue mani si impossessano avidamente del calice.
Le nocche le diventano quasi bianche per lo sforzo.
Le braccia si muovono lentamente.
Fanno fatica a sollevare il bicchiere, pesante quanto un masso.
Poi, le labbra vermiglie finalmente si ricongiungono al veleno.
Scorre giù, nella gola infernale.
Brucia, ma non importa.
Non si fermerà finché non sentirà più niente.
Odio.
Rancore.
Rabbia.
Delusione.
Niente.
Un altro bicchiere.
Le palpebre pesanti, la vista annebbiata.

Caron dimonio, con occhi di bragia.
Le guance rosse, il corpo accaldato.
La testa greve, ancora troppi pensieri.
Un altro goccio e poi un altro ancora.
Un automa, ecco cos’è diventata.
Non vede e non ascolta nessuno. Solo lei, quei bicchieri e quelle voci.
Rimbombano nella sua mente. La tormentano, non la lasciano in pace.
Socchiude gli occhi mentre le sue dita scorrono sui capelli, portandoli all’indietro.
Un braccio piegato, la mano le sorregge il capo.
Un arto inerme sul tavolo, l’indice sfiora il calice.
Uomini. Uomini e i loro no.
Volta lo sguardo verso la finestra, lì, vicino a lei.
Buio, immensamente buio.
Sembra che faccia freddo, fuori.
La lanterna del lampione in fondo alla strada intrattiene una danza sensuale con il vento.
A momenti si sente anche il dolce tamburellare delle gocce d’acqua che si posano per terra.
Nessuno che cammina, nessuno che si agita. Ma cosa si aspetta? In fondo piove.
E quando piove, il mondo si ferma.
Paura insanabile della pioggia, sì.
Perché tutti, alla fine, hanno paura di bagnarsi.
E se hanno paura di bagnarsi, è perché hanno paura di rivelarsi.
Portano tutti quell’immancabile maschera sul volto.
E l’acqua può scioglierla.
Anche lui ha timore. Con lei, potrebbe essere considerato un ribelle.
E non si può evitare di ricadere negli stupidi schemi che società impone, vero?

Federica Petruzzellis è una liceale, amante dell’arte e della cultura. Nel tempo libero adora leggere e scrivere, cercando un mondo migliore, diverso da quello in cui è costretta a vivere.