“Volare sott’acqua” di Fabio Lubrano
Dopo le iniziali pubblicazioni in formato elettronico, la casa editrice barese LiberAria ha ora intrapreso l’avventura delle edizioni cartacee e i primi titoli, distribuiti da Messaggerie, dimostrano una notevole cura grafica e un taglio culturale particolarmente attento ai giovani e alle contaminazioni artistiche.
Volare sott’acqua (pp. 126, euro 12) di Fabio Lubrano è il secondo volume della collana di narrativa italiana curata da Alessandra Minervini (Meduse) e propone ben trentadue brevi racconti. Lubrano cerca di condensare e conciliare, spesso in poche righe, ironia e sentimentalismo, con risultati dissimili: se in alcuni casi si ha l’impressione che la componente grottesca sia eccessiva o che il racconto sia troppo teso all’effetto sorpresa del finale, in altri non si può che ammirare la sua capacità di inspirare un malinconico sorriso.
Certo, il sottotitolo funge da avvertenza, Racconti per chi non ha tempo di leggere, e io l’ho disattesa, pentendomene: i testi sono stati concepiti in momenti e per occasioni diverse (molti sono già apparsi in rivista), per cui leggerli in stretta successione penalizza la cifra stilistica dell’autore, comunque sempre riconoscibile e a tratti davvero originale.
Tra quelli che vanno senz’altro segnalati c’è il racconto che dà il titolo alla raccolta, Volare sott’acqua, che traccia la storia dell’amicizia tra Gianni, ragazzo timido e solitario, e Silvia, già impegnata in un’altra turbolenta relazione: a tenerli insieme le cure prestate a un passerotto ferito e una curiosa ritualità. Ma se non mancano momenti di efficace comicità, la nota di sottofondo è quella di una perdurante tristezza: qui, come in numerosi degli altri testi, l’incontro tra lui e lei è solo sfiorato, perché la solitudine torna poi a prendere il sopravvento.
Una simpatica satira sociale è quella dei Passanti che non si spostano, che metta alla berlina il malcostume nostrano nei luoghi pubblici; altrettanto riuscito è L’orso nel secchio che rappresenta una doppia eccezione nel contesto dell’opera: non solo è privo di ogni ilarità, ma presenta anche un legame sopravvissuto al logorio del tempo e alle irriducibili diversità, ma inerte contro i colpi del destino.
Insomma, una penna comunque da seguire quella di Fabio Lubrano e una casa editrice, LiberAria, che potrebbe riservare molte piacevoli sorprese.
Giovanni Turi