“Povera patria” di Stefano Savella
Tempo di ricorrenze, purtroppo non piacevoli. Sono passati venticinque anni dall’arresto di Mario Chiesa e quindi dall’inizio dell’inchiesta Mani Pulite. Numerosi i testi al riguardo usciti in questo periodo, interessante è provare a guardare questa parte di Storia da una particolare angolazione. Stefano Savella in Povera patria. La canzone italiana e la fine della Prima Repubblica (Arcana, pp. 240, euro 17,50) analizza gli eventi insieme ai testi di molte canzoni di quegli anni. Chi ha vissuto quel periodo ricorderà le monetine contro Craxi, i discorsi in autobus sui politici tutti ladri, lo sconquasso dei partiti tradizionali. Sembra che sia cambiato poco, solo Craxi non c’è più e la gente le monetine preferisce tenerle in tasca. Tempo di crisi, non si sa mai!
Effettivamente gli anni sono passati, se ne sono accorte le giunture, ma la politica e la società italiane non sembrano aver trovato una via seria ed equilibrata per la gestione del Paese. Si continua a prendere decisioni con la pancia più che con il cervello e i successi di partiti estremisti o xenofobi sono all’ordine del giorno. Il morbo populista dall’Italia sembra essersi esteso al resto dell’Europa e anche agli Stati Uniti.
L’atmosfera di quegli anni a cavallo del 1992 (il libro si occupa degli anni subito precedenti e arriva fino al 1994, anno della vittoria di Berlusconi alle elezioni) si respira pienamente nel libro ed è straordinario perché più che un racconto diretto è una severa e puntigliosa ricerca con citazioni documentate accuratamente. Si tratta del lavoro di uno storico della quotidianità con la scrittura piacevole ma ricca di un romanzo. Savella, tacitianamente, cerca di esaminare le fonti contando sul distacco temporale dagli eventi e mantiene una ammirevole equidistanza tra le parti. Qui e là emerge il suo pensiero, ma in maniera così discreta e corretta da non inficiare la imparzialità del lavoro.
Dopo un decennio di edonismo e spensieratezza, gli anni ’90 si caratterizzano per una rivoluzione giudiziaria che stimola gli istinti del pubblico e i cantanti più attenti, anche alcuni notoriamente disimpegnati, fiutando l’aria si lanciano in canzoni dai testi politici e di denuncia. Il titolo del libro è, ovviamente, preso dalla canzone di Battiato, il più mistico dei nostri cantautori. Non un cantautore totalmente disimpegnato, ma sicuramente poco incline alle canzoni strettamente politiche. La scelta è inevitabile, perché la canzone viene pubblicata pochi mesi prima dell’arresto di Mario Chiesa e musicalmente è una sorta di dolce lamento che contrasta con l’asprezza delle parole. La si può definire una canzone civile, nel senso stretto del termine e Savella giustamente ricorda quanto mettano i brividi le parole: “ma non vi danno un po’ di dispiacere/quei corpi in terra senza più calore?” che sembrano prevedere le stragi di Capaci e via D’Amelio. La canzone diventa quindi l’inno di una stagione purtroppo oscura e il cantautore siciliano sarà sempre restio a cantarla e, infatti, nei concerti degli ultimi anni non sarà più presente o quasi.
Il libro è ricco di curiosità e notizie su cantanti noti e meno e ogni capitolo è dedicato ad una o più canzoni inserite nel contesto storico che ci viene raccontato. L’ultima parte di ogni capitolo ci dice come è andata a finire. Va sottolineata l’ultima parte dedicata a Sanremo ricca di curiosità giudiziarie, politiche, ma anche musicali, se così si può dire. Una su tutte, il ricordo dei Fandango, gruppo misconosciuto che partecipa al Festival del 1993 con una cantante di nome Lilla Fiori, casualmente figlia di Publio Fiori, notabile democristiano e in seguito tra i fondatori di Alleanza Nazionale. Una sequenza meravigliosa di stonature, per una canzone neanche troppo disgustosa.
Questo libro quindi è una miniera d’oro per gli amanti della politica e della musica e andrebbe letto avendo a portata di mano Youtube per poter apprezzare alcune canzoni citate. Oltre che per rivedere alcune facce. Utilissimi l’indice dei nomi e le note che rendono giustizia al certosino lavoro di ricerca compiuto dall’autore.
Fabio Mele