“Se No” di Antonio Elia

Da professore di economia a romanziere il passo è lungo. Ma Antonio Elia l’ha tentato – senza salti mortali. Il suo libro fresco di stampa presso l’editrice L’Erudita, Se No (pp. 330, euro 23), lo mostra chiaramente.

Il romanzo narra la vicenda di due cinquantenni che scoprono di essere fratelli sui generis: Luigi, figlio di Salvatore e di Maria, in tenerissima età è stato adottato da Luisa, mentre la madre naturale si è risposata con un vedovo che ha un figlio, Tommaso, di cui lei diventa la seconda madre.

La scoperta scombussola la vita dei due, tanto che dovranno passare due anni di percorso, condiviso nell’implacabile analisi, perché si arrivi alla catarsi.

Il romanzo percorre con una serie di flashback la loro vita, professionalmente eccellente, dirigente d’azienda Luigi, professore universitario Tommaso; ma il campo affettivo è pressoché fallimentare, per l’uno come per l’altro.

La traiettoria geografica è indicata nel titolo, che con un acronimo indica il Nord-Ovest e il Sud-Est, vale a dire il territorio tra Torino e Milano, dove accade gran parte della vicenda, e il Salento, da cui erano stati costretti ad emigrare i genitori di Luigi e che torna continuamente nel racconto non solo per i rimandi memoriali ma perché lì si dipanerà la matassa che pareva irrimediabilmente arruffata.

Nel romanzo, il Sud si arricchisce progressivamente di differenti valenze, da quella culinaria a quella folcloristica, da quella storica a quella mitica. Per un lettore che vive altrove non pare vero che nel Salento sia nata e perduri tanta ricchezza nell’arte, nei miti immortalati da filosofi e poeti e passati per vie sotterranee nelle saghe popolari nonché nel vissuto delle persone, capaci di affrontare le tragedie con ammirevole dignità e consapevolezza.

I percorsi affettivi dei due fratelli sono per varie ragioni accidentati, e occorre il coraggio dell’analisi, dell’introspezione, del confronto anche impietoso per far emergere contraddizioni, responsabilità, limiti, a condizione che l’amore della verità non deroghi mai al rispetto, anzi alla misericordia per l’altro.

Chi leggerà il romanzo con l’occhio attento all’economia e alla sociologia si troverà costantemente indirizzato al versante affettivo dei due comprimari, ma patirà pure i sensi di colpa delle loro madri protrattisi per decenni per trovare  solo in extremis la possibilità del  riscatto; inoltre conoscerà le vicende travagliate e non sempre con esito felice di vari altri personaggi che a vario titolo diventano parte tutt’altro che accessoria del racconto.

Analogamente chi sarà mosso più da interessi psicologici e relazionali scoprirà di leggere con non minore attenzione la tematica dell’economia, del lavoro, dell’emigrazione.

Martino Pellegrino