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“Cent’anni di Resistenza. L’assedio della Camera del lavoro di Bari vecchia”

La conquista del potere da parte del fascismo fu conseguenza di una disfatta, già consumatasi, delle forze operaie e popolari. Nella sconfitta, però, brillarono le eccezioni: una di queste, negli stessi giorni di agosto del 1922 in cui le barricate di Parma sbarravano la strada alle camicie nere, fu la resistenza della Camera del Lavoro di Bari Vecchia che seppe respingere l’assedio degli squadristi radunati da tutta la Puglia. Protagonista di quella gloriosa pagina di storia fu l’alleanza antifascista risultante dal convergere delle forze proletarie, sindacali, democratiche e dagli Arditi del popolo: una inedita unità d’azione che trovò massima espressione nella figura di Giuseppe Di Vittorio, e che, se avesse prevalso in tutta Italia, avrebbe scongiurato la ventennale dittatura.

A un secolo di distanza – come afferma Adolfo Pepe nella prefazione di questo libro – raccontare quel momento emblematico, soprattutto ai giovani, accresce la conoscenza storica, rinsalda la coscienza civile, mette in guardia contro il riemergere di violenze di stampo neofascista e di tentazioni antidemocratiche.

La storia di questo importante episodio dell’antifascismo locale e nazionale è descritta nel recente volume Cent’anni di Resistenza. L’assedio della Camera del lavoro di Bari vecchia (Radici Future, 2022) scritto da Lea Durante, Antonia Lovecchio e Pasquale Martino.

Il volume sarà presentato oggi al Fortino S.Antonio di Bari nell’iniziativa “Anime resistenti”, alle ore 19.

“Puglia. Viaggio nelle dimore storiche”

Sabato 9 aprile 2022, alle ore 18:00, presso le Scuderie del Palazzo Pannone Ferrara, Piazza Marconi, 16/20, Bitonto, si terrà la presentazione del libro Puglia. Viaggio nelle dimore storiche di Riccardo Riccardi, Adda editore.

Introdurrà e modererà il giornalista e presidente del Centro Ricerche di Bitonto, Marino Pagano, il quale converserà con l’architetto e autore, Cristiano Chieppa; il direttore Archivio Diocesano, Stefano Milillo e con l’autore del libro, Riccardo Riccardi.

La pubblicazione è inserita nella linea editoriale “Leggi la Puglia”, in cui confluiscono tutte le pubblicazioni del Consiglio Regionale della Puglia realizzate con il coordinamento della Sezione Biblioteca e Comunicazione Istituzionale. L’obiettivo della linea editoriale, approvata con delibera n. 151/2018 dell’Ufficio di Presidenza, è quello di valorizzare la Puglia, il suo territorio, le sue tradizioni, il suo patrimonio culturale, nonché l’Istituzione consiliare stessa.

Il Consiglio regionale della Puglia contribuisce ad arricchire il catalogo delle biblioteche del territorio pugliese, omaggiando le copie cartacee.

Il libro

La Puglia gode di un patrimonio storico, artistico, architettonico e monumentale di inusitato valore, ma ancora in parte sconosciuto. Tutti beni che rispecchiano al meglio l’identità culturale di una regione. Questo lavoro consegna al lettore nuovi stimoli per conoscere e amare una Terra che trasuda di dimore storiche di straordinaria bellezza. La salvaguardia di questa ricchezza, vera e propria reminiscenza storica del vissuto anche molto lontano, merita di essere tramandata e ben conservata alle future discendenze, attraverso la sua conservazione e valorizzazione. Solo così lo si preserva dal degrado e dalla distruzione e nello stesso tempo gli si dà modo di creare un indotto importante per la qualità della vita dei territori in cui sono ubicati. Si privilegia di solito il mare ma per destagionalizzare bisogna pensare anche a rivalutare e valorizzare le tante dimore storiche disseminate in tutta la Puglia. Spesso i beni storici artistici – castelli, palazzi, ville, masserie – sia pubblici che privati vengono visti, nell’immaginario collettivo, come lussuose dimore poste, sia nel cuore sia limitrofi, nei centri abitati ereditate da antiche casate e, perciò, la figura del proprietario la si associa a quella di un ricco e fortunato “signore”. La realtà è molto diversa: chi oggi possiede una dimora storica la mantiene, la custodisce solo per la passione e l’amore per l’arte, la storia e la cultura. Si tratta di beni dislocati in tutta la Puglia, come nel resto del “bel Paese”, e tutti sono unici per il passato, per i significati che afferiscono e per i valori culturali. La manutenzione di un’antica dimora è complessa e comporta l’opera di artigiani specializzati; i committenti di questi professionisti, capaci di intervenire su beni storici senza alterarne lo stato originario, sono spesso i privati che consentono a queste preziose figure professionali di continuare ad esistere per mantenere vivo il valore della tradizione. È importante sottolineare che la buona conservazione di un bene storico riqualifica notevolmente anche il contesto in cui lo stesso è inserito, valorizzando il territorio circostante ed offrendo quindi notevoli benefici alla collettività, non solo da un punto di vista di immagine estetica, ma soprattutto favorendo l’economia locale; un patrimonio ben conservato e reso fruibile rappresenta, infatti, una notevole risorsa per lo sviluppo economico e genera conseguentemente produttività, lavoro e bellezza.

L’autore

Riccardo Riccardi, saggista e giornalista barese, studioso di Storia economica e sociale del Mezzogiorno in età moderna e contemporanea, da anni indaga sugli aspetti poco analizzati della storia pugliese e lucana e, chiaramente, del Mezzogiorno d’Italia. Ha pubblicato: I Pomarici – Storia di un’antica famiglia meridionale, Levante Editore, Bari 2003 e 2006; L’impresa di Felice Garibaldi e il Risorgimento in Puglia(1835-1861), Congedo Editore, Galatina 2007 e 2010; Album Lucano – Famiglie, personaggi e immagini ritrovate, Antezza Editore, Matera 2008; Una famiglia borghese meridionale – I Porro di Andria, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 2013; Spezierie e Farmacia in Terra di Bari, Adda Editore, Bari 2015; Riscatto materano – La vocazione del “fare” della borghesia cittadina, Les Flaneurs Edizioni, Bari 2018; Matera – Breve storia della città dei “Sassi”, Les Flaneurs Edizioni, Bari 2018; La Dinastia Ulmo – Un viaggio sospeso nel tempo tra Matera, Taranto, Martina Franca, Castellaneta, Locorotondo, Ottaviano e Napoli, Edizioni dal Sud, Bari 2019; Lucania Felix, Lilit Books, Montescaglioso 2021. Collabora con le riviste storiche ed economiche: “Risorgimento e Mezzogiorno” del Comitato di Bari dell’Istituto per la Storia del Risorgimento; il magazine dell’associazione internazionale Wine Fashion Europe; il quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno”.

“Sui passi di Francesco” di Diego Fontana

I cammini rappresentano sempre più spesso il mezzo (o, talvolta, soltanto l’idea) di un viaggio alternativo: si abbandona per qualche giorno la routine ma senza lasciar riposare il corpo su una sdraio; al contrario, forzandolo e spremendolo a fondo, lasciando a ogni passo sempre più lontana la vita da cui si intende allontanarsi, o addirittura fuggire. Proprio per questo, raccontare un cammino, il proprio cammino, non è un’operazione semplice: il corpo perde i liquidi, la mente concentra i pensieri, le forze si uniscono per un solo obiettivo: arrivare alla meta di giornata, e poi alla destinazione finale. Sui passi di Francesco. Da La Verna ad Assisi per affrontare se stessi (Ediciclo editore, pp. 200, euro 16), di Diego Fontana, è invece il racconto di un cammino che non manca di lucidità, di attenzione al contenuto e alla forma, di creatività nello sviluppo dei piani narrativi. L’autore-narratore è solo uno dei protagonisti: al suo fianco ci sono Piccio, Izzo, Dan, Giorgia e Marco. Motivazioni diverse, preparazioni diverse, idee talvolta diverse – come sempre accade nei gruppi – sul modo migliore per andare avanti. Ma un unico obiettivo: arrivare ad Assisi, partendo dalla Toscana e attraversando luoghi come Pieve Santo Stefano, Città di Castello e Gubbio.

Il libro di Fontana aggiunge alla profondità delle motivazioni personali, e alla duttilità dello stile adottato, una narrazione che opera su piani diversi. Non c’è infatti soltanto il cammino, né soltanto i suoi camminatori, con le dinamiche interne al gruppo, i percorsi, i momenti di difficoltà e quelli di euforia. Ci sono anche brevi passaggi sulla vita prima del cammino (“Un altro me”), quella sommersa dal lavoro, dalle richieste e dalla pressione che ogni contesto competitivo porta con sé, tantopiù nel mondo della comunicazione. Ci sono estratti dal taccuino di viaggio. E c’è perfino un bestiario moderno, frutto della fantasia esercitata dai camminatori lungo il percorso: tra una sosta e l’altra, compaiono così la cifogna (una cicogna che vive nelle periferie urbane con ratti e scarafaggi), il trovopiteco (un primate cercatore), il griphone (maestoso rapace che si nutre di onde elettromagnetiche propagate dai ripetitori per telefoni cellulari) o il fornichiere (la creatura animale con i più accentuati appetiti sessuali).

Sono animali che abitano i sogni dell’autore-narratore nel corso del cammino. Fino all’ultimo sogno, quando il narratore deve affrontare l’Avversario che ha dentro se stesso, e che lo attende per riportarlo alla vita di tutti i giorni, senza che il cammino lasci alcuna traccia: «Sento che sto per perdere i sensi. L’altro me è in piedi, vicino al mio corpo. Forse lo immagino soltanto, o forse mi guarda davvero con disprezzo. Non ho nessuna difesa. Ho solo me stesso, la mia insulsa debolezza e questi animali immaginari. Forse è solo questo quello che ho, e che l’altro me non può avere. La capacità di dubitare, di lasciare porte aperte al possibile, di riuscire a credere che un cammino possa davvero parlarmi e possa aiutarmi». Del resto, «camminare è un’attività duplice, come due sono i nostri piedi: è lasciare andare senza paura le nostre armature con un passo e lasciare entrare senza paura la realtà con l’altro». Sui passi di Francesco è comunque, prima di ogni altra cosa, un efficace invito al viaggio, zaino in spalla e gambe come mezzo (privilegiato) di trasporto. E l’Antitutorial finale, proprio perché scritto da un autore che dichiara di non essere «certo un camminatore esperto», è un utile strumento per provarci in prima persona. In gruppo, o da soli, ma sempre «per affrontare se stessi».

Stefano Savella

Get Up!/03: Intervista a Stefano Izzo

Stefano Izzo, editor della Narrativa Italiana di Rizzoli, è stato ospite della prima edizione di GET UP! • Svegliamo l’editoria, organizzata da Riga Quarantadue in collaborazione con Laboratori dal Basso nella Mediateca Regionale Pugliese di Bari.

Lei si occupa di valutazione dei testi, di editing, di publishing, di promozione del libro. Cosa predilige di più di questo mestiere?

Il publishing è la parte che preferisco perché si tratta di “pensare i libri” ovvero di capire quale strada percorrere, tra quelle possibili, per raggiungere i lettori. Devi scegliere cosa dire, come e a chi: non c’è una ricetta da seguire, sei tu a selezionare e combinare gli ingredienti. È ogni volta una sfida diversa e ogni volta un brivido, che può trasformarsi in delusione o in successo. L’imprevedibilità di questo mestiere credo sia tra i suoi aspetti più affascinanti e propulsivi.

Nella valutazione di opere di autori non noti, cosa condiziona maggiormente la sua scelta? Una trama avvincente, uno stile originale?

Entrambe le cose, ma sarei bugiardo se non ammettessi che la trama ha un peso un poco maggiore, dal mio punto di vista. Credo che il pubblico gradisca lo stile originale ma quello che desidera di più sono le storie (auspicabilmente raccontate bene, è chiaro). In ogni caso, va detto che tra le centinaia di proposte che arrivano ogni anno, sono molte più le trame avvincenti che le scritture notevoli.

La sua attività di editor le ha mai causato dissapori più o meno gravi con gli autori con i quali si è trovato a lavorare? Ha incontrato autori poco disposti ad accettare i suoi interventi?

Non gravi, ma sono capitati, certo, è inevitabile perché quando ci si confronta su un testo o un argomento non si può sempre avere la stessa opinione. Lo sforzo costante è di evitare tensioni eccessive perché non giova al lavoro da fare insieme. Dopodiché l’ultima parola è quasi sempre quella dell’autore, e nel 99% dei casi il rapporto è stato ottimo, con alcuni c’è un affetto duraturo di cui sono orgoglioso. Sono convinto che una delle doti più importanti che un buon editor dovrebbe avere è la sensibilità emotiva, la capacità di trovare l’empatia coi suoi autori. E quando ci riesci sei felice, ti senti arricchito, dimentichi i sacrifici fatti.

Vista la sua collaborazione con il «Corriere della Sera», oltre che con la prestigiosa rivista «Granta», considera l’attività giornalistica uno strumento di supporto valido per l’editoria? In altre parole, discutere di editoria libraria sui giornali può essere un modo per portare l’attenzione del grande pubblico su tematiche spesso dimenticate?

Sul blog Officina Masterpiece del «Corriere della Sera» e su «la Lettura» ho avuto l’occasione di raccontare almeno in parte il dietro le quinte del lavoro editoriale, cercando di dire anche alcune cose solitamente ritenute scomode, di sfatare certi luoghi comuni. Qualcuno ha capito e apprezzato, altri hanno espresso opinioni anche decisamente discordi. In ogni caso mi ha fatto molto piacere perché trovo che esistano delle mistificazioni, in parte create paradossalmente dall’interno, e credo che condividere le regole del gioco sia un importante presupposto per trovare un punto d’incontro. Gli editori non sono agnelli ma neppure lupi cattivi.

Giovanna Nappi

Per approfondire:

Get Up!/01: Intervista a Riccardo Falcinelli

Get Up!/02: Claudio Ceciarelli spiega cosa significa essere editor

Premio Nazionale di Narrativa “Valerio Gentile”

E’ indetto il bando per la sedicesima edizione del Premio Nazionale di Narrativa “Valerio Gentile“. Possono partecipare autori italiani o di diversa nazionalità, che al 31/12 /2012 abbiano un’età inferiore ad anni 30. Testimonial del Premio Nazionale di Narrativa “Valerio Gentile” sarà quest’anno il regista e scrittore Pupi Avati.

– Il Concorso è riservato ad opere di narrativa inedita ed in lingua italiana.

– Alle composizioni designate dalla Giuria saranno assegnati i seguenti premi:

1° PREMIO
– Pubblicazione dell’opera in una
Collana di prestigio di Schena Editore
– 20 copie del volume premiato
– Diploma di merito.
– Libri di Schena Editore.
– 2° PREMIO
– Diploma di merito.
– Libri di Schena Editore.
– 3° PREMIO
– Diploma di merito.
– Libri di Schena Editore.

– La partecipazione al Concorso è completamente gratuita.

– Le opere, in unica copia cartacea, più una copia via email, e con firma autografa dell’autore, nome, cognome, fotocopia di un documento di identità, indirizzo completo, numero telefonico e sinossi dell’opera presentata, dovranno essere inviate entro il 14 marzo 2013 al

CENTRO STUDI “VALERIO GENTILE”
l.go S. Giovanni Battista, 21 – 72015 FASANO (BR)
Tel. 080/4391375 – 348/4056218
Casella Postale 79  Fasano

premio@valeriogentile.it

– Le composizioni non potranno avere una lunghezza inferiore a n.50 e superiore a n. 80 cartelle dattiloscritte (30 righi, corpo 12).

– Le composizioni inviate non saranno restituite. Quelle non pubblicate verranno raccolte in volume unico che resterà a disposizione delle biblioteca del Centro Studi Valerio Gentile”.

Il giudizio della giuria è insindacabile: la stessa potrà decidere, in caso di testi di dubbio valore, di non assegnare il primo premio.

Diritti d’autore: la partecipazione al concorso costituisce espressa autorizzazione alla pubblicazione dell’opera da parte di Schena Editore e la cessione alla stessa Casa Editrice, a titolo gratuito, degli eventuali diritti d’autore relativi alla prima edizione.

Tutela dei dati personali: il trattamento dei dati,di cui garantiamo la massima riservatezza, ai sensi della L. 196/2003, è effettuato esclusivamente ai fini del presente concorso.

Dichiarazione: ogni partecipante deve obbligatoriamente inviare una dichiarazione sottoscritta nella quale, sotto la propria responsabilità, dichiara che:

  • l’opera inviata è inedita;
  • che conosce il Regolamento del Concorso.

La Giuria è costituita da un rappresentante del Centro Studi, uno della Casa Editrice e da un giovane autore premiato in una delle precedenti edizioni del premio.

– La premiazione avverrà a Selva di Fasano (Br) presso il rist. “Il Fagiano” nell’estate 2013.

– Per ulteriori informazioni e per la richiesta dei volumi che hanno vinto le edizioni precedenti rivolgersi a:
Schena Editore – Via Dell’Agricoltura, 63/65 – 72015 Fasano (BR)
tel. & fax 0804426690 – Cell. 327.3411872

email: schenaeditore@libero.it
www.schenaeditore.com

Comunicato di solidarietà per una nostra redattrice

Nella giornata di ieri la nostra redattrice Carlotta Susca è stata invitata presso l’ITC “Bachelet” di Gravina in Puglia per moderare la presentazione del romanzo L’orizzonte degli eventi di Cristò. L’Istituto ospita un meritevole progetto di lettura che ha coinvolto ieri circa 150 studentesse e studenti presenti nell’aula magna, in un’iniziativa ben organizzata. Tutto si è svolto nelle migliori condizioni finché, dopo una puntualizzazione di Carlotta, rivolta a un altro relatore, sulle precedenti esperienze letterarie ed editoriali dell’autore, un docente dell’Istituto ha preso la parola affermando, tra le altre cose, che la nostra redattrice era «troppo bella per parlare». Come ci ha testimoniato Carlotta, e con lei altri presenti all’incontro, il docente non ha atteso la replica, e successivamente le ha ribadito «che non era forse tanto intelligente ed educata quanto bella».

Interveniamo perché Carlotta Susca rappresenta in ogni situazione, pur laddove questo non è specificato, anche questa testata, della quale è una delle firme di punta nonché una collaboratrice di lungo corso che gode della nostra stima incondizionata. Per questo motivo le dichiaro pubblicamente la solidarietà a nome di tutta la redazione per l’episodio accaduto ieri. Come ancora troppo spesso accade, alcuni uomini manifestano la propria opinione contraria in modo diverso a seconda se l’interlocutore è un uomo oppure una donna: utilizzando in quest’ultimo caso offese e stereotipi di genere sdoganati da anni di certa cultura politica, così lontana dal cattolicesimo sociale, aperto e solidale che era proprio della straordinaria personalità di cui l’Istituto porta il nome.

Auspichiamo che il diretto interessato o il dirigente scolastico dell’Istituto porgano le loro scuse a Carlotta, che peraltro in quel contesto era loro ospite, anche attraverso la nostra redazione, se lo riterranno opportuno. In caso contrario considereremo l’offesa rivoltale ieri in pubblico come un’offesa rivolta anche alla nostra testata, che è sempre stata attenta, e sempre lo sarà, alle discriminazioni di genere. Consigliamo infine al docente protagonista della vicenda di leggere con attenzione il curriculum e le attività svolte da Carlotta, che ha tre lauree e che è già, pur giovanissima, affermata consulente editoriale non solo in Puglia (ne troverà ampie notizie sulla rete): ne resterà probabilmente sorpreso, ma comprenderà di aver preso un enorme abbaglio, e soprattutto gli servirà a tenere per sé, e a non pronunciare in futuro davanti a ben 150 studentesse e studenti, espressioni così infelici come quella oggetto di questa vicenda.

Stefano Savella